MFormazione "il FIGLIO dell'UOMO" ARGOMENTO dalla STAMPA QUOTIDIANA

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FORMAZIONE

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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi 2009-12-31

Il Papa, Appello ai gruppi armati: "Abbandonate la via della violenza"

"La pace comincia dal rispetto di chi è diverso"

"Non discriminare gli altri per il colore della pelle". Attenzione ai bambini

MILANO - La pace "incomincia da uno sguardo rispettoso, che riconosce nel volto dell'altro una persona, qualunque sia il colore della pelle, la sua nazionalità, la sua lingua, la sua religione": lo ha detto papa Benedetto XVI nell'omelia della messa che ha celebrato la mattina del primo dell'anno a San Pietro la solennità di Maria Madre di Dio e la 43/ma Giornata mondiale della pace. Un rispetto che, secondo il pontefice, deve nascere da una riflessione sul "volto di Dio e dell'uomo", "via privilegiata che conduce alla pace".

Il futuro dei giovani sia costruito su "solide fondamenta"

Il Papa: "La crisi non è finita. Impegnarsi ancora per le persone in difficoltà"

È l'auspicio espresso dal Benedetto XVI nell'omelia dei Vespri di fine anno,

al quale hanno fatto eco nei Te Deum i vescovi delle principali città italiane

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

40° Anniversario - UPPORTO ENGINEERING-ONLINE

Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare.. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio..

 

Il Mio Pensiero:

 

 

 

 

AVVENIRE

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2010-01-01

Appello ai gruppi armati: "Abbandonate la via della violenza"

Il Papa: "La pace comincia

dal rispetto di chi è diverso"

"Non discriminare gli altri per il colore della pelle". Attenzione ai bambini

MILANO - La pace "incomincia da uno sguardo rispettoso, che riconosce nel volto dell'altro una persona, qualunque sia il colore della pelle, la sua nazionalità, la sua lingua, la sua religione": lo ha detto papa Benedetto XVI nell'omelia della messa che ha celebrato la mattina del primo dell'anno a San Pietro la solennità di Maria Madre di Dio e la 43/ma Giornata mondiale della pace. Un rispetto che, secondo il pontefice, deve nascere da una riflessione sul "volto di Dio e dell'uomo", "via privilegiata che conduce alla pace".

Il Papa (Reuters)

Il Papa (Reuters)

BAMBINI E AMBIENTE - Il Pontefice ha anche toccato il tema dei bambini e del rispetto dell'ambiente. È importante essere educati "fin da piccoli" al rispetto dell'altro, "anche quando è differente da noi", e ad una "responsabilità ecologica, "basata sul rispetto dell'uomo e dei suoi diritti e doveri fondamentali". "Ormai è sempre più comune l'esperienza di classi scolastiche composte da bambini di varie nazionalità - ha osservato il pontefice - ma anche quando ciò non avviene, i loro volti sono una profezia dell'umanità che siamo chiamati a formare: una famiglia di famiglie e di popoli." È necessario, poi, secondo il Papa, "investire nell'educazione, proponendosi come obiettivo, oltre alla necessaria trasmissione di nozioni tecnico-scientifiche, una più ampia e approfondita 'responsabilità ecologica'. Solo così - ha aggiunto - l'impegno per l'ambiente può diventare veramente educazione alla pace e costruzione della pace"

DEPORRE LE ARMI - Poi l'invito a "convertirci a progetti di pace, deporre le armi di ogni tipo e impegnarci tutti insieme a costruire un mondo più degno dell'uomo". Ricordando in primo luogo le sofferenze dei tanti bambini toccati dalla guerra in tante parti del mondo, il papa ha detto che "i volti dei piccoli innocenti sono un appello silenzioso alla nostra responsabilità". "Nel primo giorno dell'anno - ha poi detto il pontefice - vorrei rivolgere un appello alle coscienze di quanti fanno parte di gruppi armati di qualunque tipo. A tutti e a ciascuno dico: fermatevi, riflettete, e abbandonate la via della violenza".

 

 

 

01 gennaio 2010

 

 

 

 

 

1 Gennaio 2010

OMELIA

Papa: cura dell'ambiente

nasce da rispetto per l'uomo

"L'uomo è capace di rispettare le creature nella misura in cui porta nel proprio spirito un senso pieno della vita, altrimenti sarà portato a disprezzare se stesso e ciò che lo circonda, a non avere rispetto dell'ambiente in cui vive, del creato". Lo ha affermato Benedetto XVI nell'omelia per la Giornata Mondioale della Pace, pronuniciata nel corso di una solenne concelebrazione in San Pietro. "Chi sa riconoscere nel cosmo i riflessi del volto invisibile del Creatore, è portato - ha rilevato - ad avere maggiore amore per le creature, maggiore sensibilità per il loro valore simbolico. 'ecologia umana'. Vi è infatti un nesso strettissimo tra il rispetto dell'uomo e la salvaguardia del creato". "I doveri verso l'ambiente - ha poi aggiunto citando ora il suo Messggio per la Giornata Mondiale della Pace, che aveva come tema 'Se vui la pace difendi il creatò - derivano da quelli verso la persona considerata in se stessa e in relazione agli altrì. "Se l'uomo si degrada - ha scandito il Papa teologo - si degrada l'ambiente in cui vive; se la cultura tende verso un nichilismo, se non teorico, pratico, la natura non potrà non pagarne le conseguenze".

Secondo Ratzinger, che nell'omelia ha approfondito il tema del "Volto di Dio", esiste "un reciproco influsso tra volto dell'uomo e 'volto' dell'ambiente: quando l'ecologia umana è rispettata dentro la società, anche l'ecologia ambientale ne trae beneficio". "Rinnovo, pertanto, il mio appello - ha concluso - ad investire sull'educazione, proponendosi come obiettivo, oltre alla necessaria trasmissione di nozioni tecnico-scientifiche, una più ampia e approfondita 'responsabilità ecologica', basata sul rispetto dell'uomo e dei suoi diritti e doveri fondamentali. Solo così l'impegno per l'ambiente può diventare veramente educazione alla pace e costruzione della pace".

 

 

 

 

 

1 Gennaio 2010

AL TE DEUM

Papa: la crisi non è finita

Le famiglie vanno aiutate

"Nel lodare il Signore per l'aiuto che le comunità cristiane hanno saputo offrire con generosità a quanti hanno bussato alle loro porte desidero incoraggiare tutti a proseguire nell'impegno di alleviare le difficoltà in cui versano ancora oggi tante famiglie provate dalla crisi economica e dalla disoccupazione". Lo ha detto il Papa nell'omelia pronunciata ieri sera in San Pietro in occasione della tradizionale preghiera del Te Deum, durante la quale Benedetto XVI, come vescovo di Roma, ha ricordato "chiunque vive nella nostra città, in particolare a quanti si trovano in situazioni di difficoltà e di disagio: a tutti e a ciascuno assicuro la mia vicinanza spirituale, avvalorata dal costante ricordo nella preghiera".

Il Pontefice ha fatto cenno anche ad un altro tema centrale dell'impegno della Chiesa Italiana e in particolare della diocesi di Roma: il "rinnovato impegno educativo" che, ha auspicato, "possa sempre più realizzare una feconda sinergia fra la comunità ecclesiale e la città".

Rivolgendosi poi direttamente ai giovani, li ha invitati "a non avere paura di rispondere con il dono completo della propria esistenza alla chiamata che il Signore rivolge loro a seguirlo nella via del sacerdozio o della vita consacrata". E ha aggiunto che "Roma ha bisogno di sacerdoti che siano annunciatori coraggiosi del Vangelo e, allo stesso tempo, rivelino il volto misericordioso del Padre".

"Il Natale del Signore, che ci ricorda la gratuità con la quale Dio è venuto a salvarci, facendosi carico della nostra umanità e donandoci la sua vita divina, possa aiutare ogni uomo di buona volontà a comprendere che solo aprendosi all'amore di Dio l'agire umano cambia, si trasforma, diventando lievito di un futuro migliore per tutti", ha quindi concluso il Papa che dopo il rito ha salutato il sindaco di Roma Gianni Alemanno con la moglie Isabella Rauti e poi visitato il presepe di piazza San Pietro.

Gli interventi dei vescovi. Alle iniziative di solidarietà promosse dalla Conferenza Episcopale Italiana e dai singoli vescovi hanno fatto riferimento nelle loro omelie anche il presdiente della Cei, Angelo Bagnasco, e l'arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi. "Bisogna continuare e intensificare tutto quanto è possibile - ha detto il cardinale di Genova - per incoraggiare, sostenere, aiutare, compresi i mutui per la casa, bene prezioso e da tutti desiderato". Infatti, ha aggiunto, "se da diverse parti giungono segnali di ripresa globale, e di questo non possiamo non tenere conto, è però evidente che la crisi non è ancora superata: tocca i singoli e molte famiglie che hanno perso definitivamente o temporaneamente, così speriamo, il lavoro. O non l'hanno mai trovato". "La gente - ha osservato Bagnasco - non si arrende e continua ad avere fiducia e forse, anche davanti a questi ostacoli, ci si avvicina maggiormente gli uni agli altri sapendo che il domani si costruisce oggi ed è sempre possibile un futuro più sereno".

La gente, ha aggiunto, "vuole uscire da questa contingenza non come prima, ma meglio di ieri, più

saggia e più determinata nel perseguire le cose e i valori che contano e che trovano radice in coloro che ci hanno preceduto in tempi per nulla facili, segnati dalla povertà e dai limiti umani, ma ricchi di valori sani e di benevolenza, ricchi di fede e di generosita"'.

Un esempio da seguire, per il presidente della Cei, è quello della solidarietà che si è imparata in famiglia: "ricordo - ha detto - che, pur avendo poche cose sudate grazie al salario di mio padre, era attenta a coloro che avevano meno di noi e vivevano sotto casa in qualche baracca rimediata nelle macerie della guerra: i piatti migliori delle feste sempre venivano condivisi, ed ero mandato io a portare la piccola provvidenza. Una scuola che non dimenticherò mai".

Dal card. Tettamanzi è arrivato l'invito a un "nuovo stile di vita" per il bene di tutti. La pace donata agli uomini, ha detto nel Te Deum che ha guidato in San Fedele, "mentre riempie il nostro cuore di serenità profonda e vera gioia, ci chiede un nuovo stile di vita. È lo stile del servo, di colui che in umiltà e in obbedienza compie la volontà del Signore, vivendo il suo amore e testimoniandolo nel dono di sè per il bene di tutti, a cominciare dai più piccoli, poveri e sofferenti". Tra le "esperienze che hanno avuto una particolare rilevanza ecclesiale", l'arcivescovo ha ricordato l'assemblea sinodale del clero conclusa in Duomo lo scorso maggio, l'indizione da parte di Benedetto XVI dell'Anno sacerdotale, la beatificazione di don Carlo Gnocchi, e la costituzione del 'Fondo famiglia lavorò, annunciata da lui stesso nella notte di Natale di un anno fa. "Ringrazio il Signore - ha detto il cardinale di Milano - che mi ha dato questa intuizione e insieme per aver toccato il cuore di una moltitudine di persone che con me l'hanno accolta e sostenuta, in particolare i tantissimi volontari". Nell'omelia, Tettamanzi ha ricordato quindi la famiglia che "nella sua fisionomia di primo e fondamentale 'nucleo socialè è chiamata ad essere 'anima del mondò nei vari ambiti della vita e della salute, dell'educazione e della cultura, della casa e del lavoro, dell'inserimento nella citta"'.

L'Osservatore Romano. "Se l'economia va male, tutti stanno male e i poveri stanno peggio", ha sottolineato da parte sua l'Osservatore Romano in un editoriale del vice-direttore Carlo Di Cicco, per il quale l'enciclica "Caritas in veritate" ha gettato "semi" per "un'economia nuova". "Dal disordine che si è creato sotto il cielo, con le sue crisi cicliche, è possibile uscire se l'uomo torna a guardare il cielo. Perchè il Dio che vi abita e che Benedetto XVI indica a tutti, da lungo tempo abita anche in terra fra gli uomini. E li aiuta a superare con efficace solidarietà la ripugnanza degli uni verso gli altri".

 

 

 

 

 

CORRIERE della SERA

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2010-01-01

LA LEGA: "Saremo duri con i sabotatori"

"Nel2010 riforme e meno chiacchiere"

Bossi: "No a quelli che parlano soltanto". Calderoli: "L'appello di Napolitano richiede risposte sincere"

Calderoli e Bossi (Cavicchi)

Calderoli e Bossi (Cavicchi)

MILANO - "Cosa ci aspettiamo dal 2010? Le riforme. Ma non vogliamo sentir parlare di chiacchiere, siamo geneticamente contrari alla melassa buonista e a quelli che parlano, parlano e poi non fanno un bel nulla": Umberto Bossi, interpellato dall'Ansa, traccia così il programma della Lega per il nuovo anno: "Noi siamo disposti a parlare con chiunque, a trovare accordi, ma ad una condizione: che le cose si facciano! Non vogliamo chi perde tempo o lo fa perdere apposta". "La Lega - aggiunge - prosegue per la propria strada. Ed è una strada ben chiara. E ribadisco, per chi ancora non lo avesse capito, che siamo contrari alla melassa buonista, al chicchiericcio di quelli che parlano, parlano e non fanno mai nulla. Adesso servono le riforme. Questo è il nostro programma per il 2010"

CALDEROLI - Anche Roberto Calderoli batte sullo stesso tasto. "Chi ha qualcosa da dire contro le riforme parli adesso o mai più, perché l'appello di Napolitano richiede risposte sincere. Il presidente ha chiesto serenità alle forze politiche e forse avrebbe dovuto aggiungere anche sincerità". "Il Presidente - spiega Calderoli, che ha seguito l'intervento di Napolitano in Tv, accanto a Bossi, durante una breve vacanza a Ponte di Legno - ha fatto un discorso importante, anche se di circostanza, e a questo punto, dopo le sue parole, le forze politiche devono mettere in campo la coerenza. Chi si oppone alle riforme lo faccia alla luce del sole. Perché se la Lega vedrà qualcuno che bara, che finge di starci per poi mettere i bastoni tra le ruote, non farà sconti e di fronte al sabotaggio chiamerà in piazza i cittadini che sono stanchi di chiacchiere. E per quelli che hanno a cuore l'unità del Paese, tanto invocata dal Presidente, ricordo che senza riforme la prima a saltare è proprio l'unità del Paese, non perché qualcuno accende fuochi ma per implosione del sistema". "Il mio non è un appello di maniera - aggiunge il coordinatore delle segreterie del Carroccio - La Lega ha già portato a casa la riforma cui teneva, ed è il federalismo fiscale, quindi potremmo anche ritenerci soddisfatti. Ma poiché per il Paese le riforme sono fondamentali e non rinviabili, adesso la questione è di vita o di morte: se qualcuno ha delle riserve lo dica subito, davanti a tutti. Altrimenti non abbiamo nessuna reticenza a dire che ai sabotatori porteremo attacchi pesantissimi, esattamente come quei popolani che di fronte all'oppressione subdola e mascherata in varie epoche della storia hanno messo mano al forcone e al letame".

01 gennaio 2010

 

 

 

 

 

Il futuro dei giovani sia costruito su "solide fondamenta"

Il Papa: "La crisi non è finita. Impegnarsi ancora per le persone in difficoltà"

È l'auspicio espresso dal Benedetto XVI nell'omelia

dei Vespri di fine anno, al quale hanno fatto eco nei Te Deum i vescovi delle principali città italiane

ROMA - La crisi non è finita, e occorre impegnarsi ancora per alleviare la situazione di tante persone e famiglie in difficoltà. È questo l'auspicio espresso con maggior forza dal Papa nell'omelia dei Vespri di fine anno, al quale hanno fatto eco, nei tradizionali Te Deum di ringraziamento, i vescovi delle principali città italiane. Nel lodare il Signore per l'aiuto che le comunità cristiane hanno saputo offrire con generosità a quanti hanno bussato alle loro porte - ha detto il pontefice a san Pietro - desidero incoraggiare tutti a proseguire nell'impegno di alleviare le difficoltà in cui versano ancora oggi tante famiglie provate dalla crisi economica e dalla disoccupazione". Lo stesso pontefice, che domenica scorsa ha pranzato con alcune persone bisognose assistite dalla Comunità di Sant'Egidio, ha poi assicurato la propria vicinanza spirituale a "quanti si trovano in situazioni di difficoltà e di disagio" nella capitale.

FONDAMENTA SOLIDE PER I GIOVANI - Il futuro dei giovani sia costruito su "solide fondamenta" e in particolare "sulla roccia che è Gesù Cristo": è stato questo uno degli auguri espressi dal Papa, che ha manifestato il suo apprezzamento per l'opera portata avanti in questo senso da famiglie, insegnanti e comunità parrocchiali della capitale, auspicando che "questo rinnovato impegno educativo possa sempre più realizzare una feconda sinergia fra la comunità ecclesiale e la città". Rivolgendosi poi direttamente ai giovani, il pontefice li ha invitati "a non avere paura di rispondere con il dono completo della propria esistenza alla chiamata che il Signore rivolge loro a seguirlo nella via del sacerdozio o della vita consacrata". E ha aggiunto che "Roma ha bisogno di sacerdoti che siano annunciatori coraggiosi del Vangelo e, allo stesso tempo, rivelino il volto misericordioso del Padre".

BAGNASCO: "SOSTENERE LE FAMIGLIE" - "La crisi non è finita, neanche secondo il presidente della Conferenza episcopale, cardinale Angelo Bagnasco che, nel Te Deum celebrato a Genova ha detto che "bisogna continuare e intensificare tutto quanto è possibile - ha proseguito - per incoraggiare, sostenere, aiutare" le famiglie, compresi i mutui per la casa, bene prezioso e da tutti desiderato". È la disoccupazione, invece, a preoccupare maggiormente il card. Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, che ha esortato a "custodire inviolato il diritto al lavoro come prima difesa della dignità dell'uomo".

TETTAMANZI. "NUOVO STILE DI VITA" - Il "Fondo famiglia lavoro" istituito dalla diocesi di Milano è stato ricordato, intanto, dall'arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, il quale ha esortato ad adottare un "nuovo stile di vita" per il bene di tutti, uno stile di sobrietà, "umiltà e obbedienza" di chi compie la volontà del Signore, vivendo il suo amore e testimoniandolo nel dono di sè per il bene di tutti, a cominciare dai più piccoli, poveri e sofferenti"

31 dicembre 2009

 

 

 

 

Il futuro dei giovani sia costruito su "solide fondamenta"

Il Papa: "La crisi non è finita. Impegnarsi ancora per le persone in difficoltà"

È l'auspicio espresso dal Benedetto XVI nell'omelia

dei Vespri di fine anno, al quale hanno fatto eco nei Te Deum i vescovi delle principali città italiane

ROMA - La crisi non è finita, e occorre impegnarsi ancora per alleviare la situazione di tante persone e famiglie in difficoltà. È questo l'auspicio espresso con maggior forza dal Papa nell'omelia dei Vespri di fine anno, al quale hanno fatto eco, nei tradizionali Te Deum di ringraziamento, i vescovi delle principali città italiane. Nel lodare il Signore per l'aiuto che le comunità cristiane hanno saputo offrire con generosità a quanti hanno bussato alle loro porte - ha detto il pontefice a san Pietro - desidero incoraggiare tutti a proseguire nell'impegno di alleviare le difficoltà in cui versano ancora oggi tante famiglie provate dalla crisi economica e dalla disoccupazione". Lo stesso pontefice, che domenica scorsa ha pranzato con alcune persone bisognose assistite dalla Comunità di Sant'Egidio, ha poi assicurato la propria vicinanza spirituale a "quanti si trovano in situazioni di difficoltà e di disagio" nella capitale.

FONDAMENTA SOLIDE PER I GIOVANI - Il futuro dei giovani sia costruito su "solide fondamenta" e in particolare "sulla roccia che è Gesù Cristo": è stato questo uno degli auguri espressi dal Papa, che ha manifestato il suo apprezzamento per l'opera portata avanti in questo senso da famiglie, insegnanti e comunità parrocchiali della capitale, auspicando che "questo rinnovato impegno educativo possa sempre più realizzare una feconda sinergia fra la comunità ecclesiale e la città". Rivolgendosi poi direttamente ai giovani, il pontefice li ha invitati "a non avere paura di rispondere con il dono completo della propria esistenza alla chiamata che il Signore rivolge loro a seguirlo nella via del sacerdozio o della vita consacrata". E ha aggiunto che "Roma ha bisogno di sacerdoti che siano annunciatori coraggiosi del Vangelo e, allo stesso tempo, rivelino il volto misericordioso del Padre".

BAGNASCO: "SOSTENERE LE FAMIGLIE" - "La crisi non è finita, neanche secondo il presidente della Conferenza episcopale, cardinale Angelo Bagnasco che, nel Te Deum celebrato a Genova ha detto che "bisogna continuare e intensificare tutto quanto è possibile - ha proseguito - per incoraggiare, sostenere, aiutare" le famiglie, compresi i mutui per la casa, bene prezioso e da tutti desiderato". È la disoccupazione, invece, a preoccupare maggiormente il card. Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, che ha esortato a "custodire inviolato il diritto al lavoro come prima difesa della dignità dell'uomo".

TETTAMANZI. "NUOVO STILE DI VITA" - Il "Fondo famiglia lavoro" istituito dalla diocesi di Milano è stato ricordato, intanto, dall'arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, il quale ha esortato ad adottare un "nuovo stile di vita" per il bene di tutti, uno stile di sobrietà, "umiltà e obbedienza" di chi compie la volontà del Signore, vivendo il suo amore e testimoniandolo nel dono di sè per il bene di tutti, a cominciare dai più piccoli, poveri e sofferenti".

 

31 dicembre 2009

 

 

 

 

REPUBBLICA

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2010-01-01

Nell'angelus a San Pietro il pontefice si è appellato alle coscienze di provoca sangue

"Dio vi aiuterà e sentirete tornare nei vostri cuori la gioia della pace dimenticata

Papa, appello ai gruppi armati

"Riflettete e fermate la violenza"

"Educare i bambini fin da piccoli al rispetto degli altri e dell'ambiente"

"Le classi scolastiche multietniche non sono che una profezia per l'umanità"

Papa, appello ai gruppi armati "Riflettete e fermate la violenza"

CITTA' DEL VATICANO - Un accorato appello ai terroristi: riflettete e fermatevi. Così Benedetto XVI, nel primo giorno dell'anno, si è rivolto "a quanti fanno parte di gruppi armati di qualunque tipo", chiedendo loro di "abbandonare la via della violenza". Invocando rispetto per le persone, "nostri fratelli e sorelle" e per la "vita umana" il Papa ha rivolto un "appello alle coscienze di quanti fanno parte di gruppi armati".

L' appello del pontefice è stato interrotto da un lungo applauso. "A tutti e ciascuno - ha implorato Benedetto XVI all'Angelus del primo dell'anno in piazza san Pietro - dico, fermatevi, riflettete e abbandonate la via della violenza! Sul momento - ha aggiunto - questo passo potrà sembrarvi impossibile ma, se avrete il coraggio di compierlo, Dio vi aiuterà, e sentirete tornare nei vostri cuori la gioia della pace, che forse da tempo avete dimenticata". Il pontefice ha poi affidato l'appello alla "intercessione della Santissima Madre di Dio" che, con Giuseppe, chiamò Cristo Gesù, che significa "Dio salva", "benedizione per ogni uomo e per tutti i popoli" e "pace per il mondo".

Poco prima Benedetto XVI - nell'omelia della messa che celebra la solennità di Maria madre di Dio e la Giornata mondiale della Pace - aveva sottolineato la nevcessità di un rispetto collettivo dell'ambiente: "E' importante essere educati fin da piccoli al rispetto dell'altro, anche quando è differente da noi, ed essere da subito abituati ad una responsabilità ecologica, basata sul rispetto dell'uomo e dei suoi diritti e doveri fondamentali". "Ormai è sempre più comune l'esperienza di classi scolastiche composte da bambini di varie nazionalità - ha osservato il pontefice - ma anche quando ciò non avviene, i loro volti sono una profezia dell'umanità che siamo chiamati a formare: una famiglia di famiglie e di popoli".

E' necessario, poi, secondo il Papa, "investire nell'educazione, proponendosi come obiettivo, oltre alla necessaria trasmissione di nozioni tecnico-scientifiche, una più ampia e approfondita 'responsabilità ecologicà". "Solo così - ha aggiunto - l'impegno per l'ambiente può diventare veramente educazione alla pace e costruzione della pace".

Alle iniziative di solidarietà promosse dalla Conferenza Episcopale Italiana e dai singoli vescovi hanno fatto riferimento nelle loro omelie anche il presdiente della Cei, Angelo Bagnasco, e l'arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi. "Bisogna continuare e intensificare tutto quanto è possibile - ha detto il cardinale di Genova - per incoraggiare, sostenere, aiutare, compresi i mutui per la casa, bene prezioso e da tutti desiderato".

Infatti, ha aggiunto il prelato, "se da diverse parti giungono segnali di ripresa globale, e di questo non possiamo non tenere conto, è però evidente che la crisi non è ancora superata: tocca i singoli e molte famiglie che hanno perso definitivamente o temporaneamente, così speriamo, il lavoro. O non l'hanno mai trovato".

(1 gennaio 2010) Tutti gli articoli di esteri

 

 

 

 

 

 

 

L'UNITA'

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2010-01-01

Il messaggio del Papa: rispetto per il prossimo e per l'ambiente

È importante essere educati "fin da piccoli" al rispetto dell'altro, "anche quando è differente da noi", e ad una "responsabilità ecologica, basata sul rispetto dell'uomo e dei suoi diritti e doveri fondamentali. Lo ha affermato Benedetto XVI nell'omelia della messa che celebra la solennità di Maria madre di Dio e la Giornata mondiale della Pace."Ormai è sempre più comune l'esperienza di classi scolastiche composte da bambini di varie nazionalità - ha osservato il pontefice - ma anche quando ciò non avviene, i loro volti sono una profezia dell' umanità che siamo chiamati a formare: una famiglia di famiglie e di popoli" .

"È necessario, poi, - secondo il Papa, - investire nell'educazione, proponendosi come obiettivo, oltre alla necessaria trasmissione di nozioni tecnico-scientifiche, una più ampia e approfondita "responsabilità ecologica"". "Solo così - ha aggiunto - l'impegno per l'ambiente può diventare veramente educazione alla pace e costruzione della pace" Benedetto XVI ha voluto sottolineare più volte, nella sua omelia, lo stretto nesso che lega la fede in Dio al rispetto per l'altro, specie se "segnato dalla durezza della vita", e per l'ambiente. "Solo se abbiamo Dio nel cuore - ha insistito Benedetto XVI - siamo in grado di cogliere nel volto dell'altro un fratello in umanità, non un mezzo ma un fine, non un rivale o un nemico, ma un altro me stesso, una sfaccettatura dell'infinito mistero dell'essere umano". "La nostra percezione di Dio, e in particolare dei nostri simili - ha aggiunto - dipende essenzialmente dalla presenza in noi dello spirito di Dio". È il "volto di Dio" - dice il Papa - che può rendere sensibile un "cuore vuoto" e "svelare" anche il volto degli uomini, "benchè a volte proprio il volto umano - ha osservato - segnato dalla durezza della vita e dal male, possa risultare difficile da apprezzare e da accogliere come Epifania di Dio". "Per riconoscerci e rispettarci quali realmente siamo, cioè fratelli", insomma, "abbiamo bisogno di riferirci al volto di un Padre comune, che tutti ci ama, malgrado i nostri limiti e i nostri errori".

Il pontefice ha quindi esortato a seguire l'esempio dei bambini di oggi, sempre più spesso a contatto con coetanei di altre nazionalità e che "suscitano in noi la tenerezza e la gioia per un'innocenza e una fratellanza che ci appaiono evidenti: malgrado le loro differenze, piangono e ridono nello stesso modo, hanno gli stessi bisogni, comunicano spontaneamente, giocano insieme". È grande perciò - ha concluso il pontefice - la responsabilità di quanti, "con false giustificazioni della guerra e della violenza" attentano ai loro sorrisi e avvelenano i loro cuori.

01 gennaio 2010

il SOLE 24 ORE

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2010-01-01

Il Papa: "La pace incomincia dal rispetto da chi è diverso"

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1 gennaio 2010

Papa Benedetto XVI - Reuters/Alessia Pierdomenico

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Il Papa: "Pace in Medioriente se si rispetteranno i diritti umani"

Il Papa, durante la messa di Capodanno in San Pietro, ha scelto di dedicare la giornata mondiale della pace al tema dell'ecologia, intitolando il suo tradizionale messaggio: "Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato".

Durante l'omelia il Santo Padre ha affermato che è importante essere educati fin da piccoli al rispetto dell'altro, "anche quando è differente da noi per colore della pelle, nazionalità, lingua e religione", e a una "responsabilità ecologica, basata sul rispetto dell'uomo e dei suoi diritti e doveri fondamentali". Ormai è sempre più comune l'esperienza di classi scolastiche composte da bambini di varie nazionalità - ha osservato il pontefice - ma anche quando ciò non avviene, i loro volti sono una profezia dell' umanità che siamo chiamati a formare: una famiglia di famiglie e di popoli".

È necessario, poi, secondo il Papa, "investire nell'educazione, proponendosi come obiettivo, oltre alla necessaria trasmissione di nozioni tecnico-scientifiche, una più ampia e approfondita responsabilità ecologica". "Solo così - ha aggiunto - l'impegno per l'ambiente può diventare veramente educazione alla pace e costruzione della pace".

Durissima la condanna Benedetto XVI contro guerre e violenze di cui sono vittime tanti bambini e tante madri, che giunge, non a caso, nel giorno dedicato a Maria madre di Dio. L'immagine di Maria - ha detto Ratzinger - "trova il suo tragico contrario nelle dolorose immagini di tanti bambini e delle loro madri in balia di guerre e violenze: profughi, rifugiati, migranti forzati. Volti scavati dalla fame e dalle malattie, volti sfigurati dal dolore e dalla disperazione".

"I volti dei piccoli innocenti - ha detto il pontefice rivolgendosi ai rappresentanti dei popoli del mondo- sono un appello silenzioso alla nostra responsabilità: di fronte alla loro condizione inerme crollano tutte le false giustificazioni della guerra e della violenza". Allora - ha concluso - "dobbiamo semplicemente convertirci a progetti di pace, deporre le armi di ogni tipo e impegnarci tutti insieme a costruire un mondo più degno dell'uomo".

Nell'Angelus il pontefice ha poi ribadito il concetto appellandosi a quanti fanno parte di gruppi armati di qualunque tipo: "A tutti e a ciascuno dico: fermatevi, riflettete, e abbandonate la via della violenza".

1 gennaio 2010

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